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Crisi aziendale: cosa decidere … in breve

Analisi dello stato di crisi aziendale

In tutte le economie di mercato la vita delle imprese si svolge con un’alternanza (naturale) di fasi positive e negative. In questo senso è possibile affermare che le situazioni di crisi aziendale sono componenti permanenti del sistema produttivo moderno. Infatti, una caratteristica del mondo economico moderno è il continuo avvicendamento di aziende: mentre alcune falliscono altre iniziano la loro attività.

Quindi, è divento importante identificare i sintomi anticipatori della crisi che è in attesa di attaccare. Salvo interventi di innovazione processo/prodotto.

I rischi, causa di crisi aziendale, non sono tutti uguali ma si differenziano per il loro grado di pericolosità legato alla probabilità con la quale si può verificare l’evento e per l’entità del potenziale danno. Una crisi aziendale può essere causata, oltre che da elementi di pericolosità all’interno nell’attività stessa, anche da situazioni nelle quali i risultati economici ottenuti non sono sufficienti alla remunerazione dei fattori produttivi impiegati per l’espletamento del business.

La crisi è un evento imprevisto, minaccioso e destabilizzante con il quale le imprese si devono confrontare con rapidità di risposta, immediatezza operativa, velocità di transazioni, competenza nella risoluzione e razionalizzazione delle risorse tecniche umane.

Se la crisi copre un breve arco temporale e colpisce un’azienda ben preparata ad affrontarla, potranno essere sufficienti degli interventi mirati. In caso contrario, sarà necessario un vero e proprio piano di risanamento stragiudiziale o giudiziale.

Si possono, dunque, classificare quattro tipi di intervento a seconda dello stato di crisi in cui si trova l’azienda:

  • Crisi embrionale: l’intervento sarà a scopo anti-crisi/preventivo e sarà sufficiente un processo di ristrutturazione e di risanamento funzionale, dell’aria maggiormente soggetta a tensione;
  • Crisi attenuta: la ristrutturazione e il risanamento saranno più ampi e guidati dal management;
  • Crisi progressiva: le azioni di cui sopra citate, sono accompagnate da un’operazione di ristrutturazione del debito e del capitale con possibili impatti per gli shareholder;
  • Crisi acuta: verrà attivato un vero e proprio cambiamento di rotta, che richiederà pesanti sacrifici, arrivando ad una possibile discontinuità tra società ed azienda.

Il management, nella gestione della crisi, dovrà esaminare nel dettaglio l’impatto della stessa sull’organizzazione e sui possibili benefici, al fine di poterli sfruttare e capitalizzare in modo migliore.

L’obiettivo primario del management è quello di creare sistemi di gestione della crisi che vanno al di là della semplice soluzione giudiziale, al fine di superare la crisi e ritornare alla creazione di valore. La soluzione privatistica si pone attualmente come frontiera primaria nella gestione delle patologie della crisi aziendale, i sistemi privatistici sono quelli che maggiormente consentono il mantenimento del valore dell’impresa.

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