Il regime forfettario, pur semplificando la gestione IVA per le piccole partite IVA, introduce alcune specifiche per la rettifica dell’imposta. Con le novità introdotte nel 2024, la gestione di questa operazione diventa più complessa, richiedendo attenzione da parte dei contribuenti. Anche i forfettari devono dichiarare e versare l’Iva (ma solo in due casi): in caso di fuoriuscita in corso d’anno e nel primo anno di passaggio al regime agevolato.
Da gennaio 2024, i nuovi aderenti al regime forfettario devono rettificare l’IVA a sfavore su beni/servizi non utilizzati, mentre gli uscenti dal 2023 possono rettificare a favore.
La gestione dell’IVA nel Regime Forfettario
I contribuenti che entrano nel regime forfettario a partire dal 2024 devono rettificare l’IVA a sfavore su beni e servizi non utilizzati al momento dell’adesione. L’importo da versare si calcola applicando l’aliquota IVA al valore residuo dei beni, rivalutato del 10% per ogni anno trascorso dalla loro acquisizione.
I contribuenti che escono dal regime forfettario nel 2023 possono detrarre l’IVA non ancora utilizzata su beni e servizi acquistati in regime ordinario. La detrazione va effettuata nella dichiarazione IVA 2024, compilando il rigo VF70.
Per comprendere correttamente la rettifica IVA in caso di uscita dal regime forfettario, è fondamentale distinguere due differenti scenari:
1. Superamento della soglia di 85.000 euro:
- Uscita dal regime: avverrà dal periodo d’imposta successivo al superamento.
- Rettifica della detrazione:
- Versamento in un’unica soluzione.
- Dichiarazione IVA da presentare nell’anno n+2 (es: 2025 se il superamento è avvenuto nel 2023).
2. Superamento della soglia di 100.000 euro:
- Uscita dal regime: immediata, nell’anno “n” del superamento.
- Rettifica della detrazione:
- Operata nella dichiarazione IVA da presentare nell’anno n+1 (es: 2024 se il superamento avviene nel 2023).
Per i beni ammortizzabili, compresi i beni immateriali, la rettifica va eseguita soltanto se non sono trascorsi i quattro anni successivi a quello dalla loro entrata in funzione oppure 10 dalla data di acquisto in caso di immobili.
Per i beni la rettifica si calcola applicando l’aliquota IVA al valore residuo del bene, rivalutato del 10% per ogni anno trascorso dalla sua acquisizione. Per i servizi la rettifica si calcola applicando l’aliquota IVA al costo del servizio.
Esempio di rettifica a sfavore nel Regime Forfettario:
Un contribuente entra nel regime forfettario nel 2024 e ha acquistato un computer nel 2023 per un valore di 1.000 euro + IVA 22%. Il valore residuo del computer al momento dell’entrata nel regime forfettario è di 800 euro. La rettifica a sfavore da versare sarà di 176 euro, calcolata come segue:
- Valore residuo del computer: 800 euro
- Rivalutata del 10%: 880 euro
- IVA 22%: 176 euro
Il ruolo del dottor Commercialista
In un contesto fiscale sempre più complesso e in continua evoluzione, il ruolo del commercialista assume un’importanza fondamentale per la gestione della dichiarazione IVA.
Il Commercialista, grazie alla sua competenza e professionalità, è in grado di:
- Assicurare la corretta compilazione della dichiarazione IVA in conformità alle normative vigenti, evitando errori e sanzioni.
- Fornire consulenza e assistenza al contribuente in merito a tutte le questioni relative all’IVA, dalla liquidazione periodica alle diverse opzioni di regime fiscale.
- Pianificare la strategia fiscale più efficace per ottimizzare il carico fiscale del contribuente.
- Rappresentare il contribuente nei confronti dell’Agenzia delle Entrate in caso di accertamenti o contenziosi.