L’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile deve essere valutata in relazione alla natura e alle dimensioni dell’impresa, nonché in base al settore in cui si opera.
Adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili
Con l’approvazione del D.lgs. n. 83/22, che ha disciplinato il tema degli adeguati assetti societari nel Codice della crisi delle imprese e dell’insolvenza, la Corte di cassazione CONDANNA gli amministratori delle società che non rispettano l’articolo 2086 del cod. civ. e non adottano adeguati assetti.
I numeri delle sentenze in Italia in tema di adeguati assetti
Il numero delle condanne per il mancato rispetto dell’articolo 2086 del cod. civ. e implementazione di adeguati assetti è cresciuto in Italia, secondo il sole 24ORE si è passati ad avere circa 1500 sentenze nel 2019 a più di 3000 sentenze nel 2023.
I temi più ricorrenti nelle sentenze sono:
– l’obbligo di rilevazione tempestiva della crisi;
– l’inadeguata gestione aziendale;
– gli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili.
La violazione dei doveri di cui all’articolo 2086 del Codice civile ha comportato gravi conseguenze per gli amministratori, sia di natura CIVILE che PENALE.
Adeguati assetti: le sentenze
1. La sentenza n. 19847/2023, ha affermato che l’imprenditore deve adottare misure idonee a:
- garantire l’equilibrio economico-finanziario dell’impresa;
- la sostenibilità nel medio-lungo periodo.
In questo caso protagonista è stata una società che, a seguito di una serie di investimenti non remunerativi, è stata dichiarata fallita.
I curatori fallimentari hanno citato in giudizio gli amministratori della società, accusandoli di non aver implementato adeguati assetti.
2.Un altro esempio di condanna è la sentenza n. 4257/2023 che ha condannato gli amministratori di una società di capitali al risarcimento dei danni subiti dai creditori, la Corte ha ritenuto che gli amministratori fossero responsabili per:
- aver omesso di adottare misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi della società.
3.Infine, la sentenza n. 3841/2024 condanna per illecito concorrenziale gli amministratori di una società perché:
- avevano diffuso informazioni poco corrette ai soci e ai creditori;
- non avevano un adeguato assetto amministrativo;
- avevano diffuso informazioni poco chiare sui social media.
Come le società avrebbero potuto evitare la sentenza
Secondo la Corte di cassazione, gli amministratori avrebbero potuto evitare il fallimento delle società e tutte le relative conseguenze se avessero:
– istituito un sistema di controllo interno efficace;
– eseguito un’analisi periodica della situazione economica e finanziaria dell’impresa;
– informato tempestivamente i soci e i creditori della crisi in atto o probabile;
– fornito informazioni complete e accurate sulla situazione economica e finanziaria dell’impresa;
– adottato misure idonee a ridurre i rischi e a garantire la sostenibilità dell’impresa nel medio-lungo periodo.
Conclusioni
Le sentenze emesse fino ad oggi relative all’articolo 2086 del cod. civ. confermano la tendenza a un’interpretazione sempre più rigorosa degli obblighi dell’imprenditore e degli amministratori.
Chi gestisce un’impresa è chiamato ad adottare misure sempre più stringenti per garantire la continuità aziendale e la tutela degli interessi dei soggetti coinvolti.
Il ruolo del dottore Commercialista
Il commercialista può svolgere un ruolo fondamentale nell’aiutare l’azienda a rispettare l’articolo 2086 del codice civile. In particolare, il commercialista può:
1. Valutare l’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile;
2. Fornire consulenza su specifici aspetti della gestione aziendale;
3. Assicurare la tenuta della contabilità e la redazione del bilancio di esercizio;
4. Aiutare l’impresa a prevenire in anticipo una situazione di crisi.
In conclusione, il commercialista può essere un partner strategico per l’azienda nel rispetto dell’articolo 2086 del codice civile.
Grazie alle sue competenze e professionalità.
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