L’autoimprenditorialità è la leva più affidabile per l’occupazione dei giovani
Lo stimolo del lavoro in proprio (autonomo o d’impresa) in Italia si caratterizza per gli incentivi e le semplificazioni statali che promuovono la creazione di nuove start up (più o meno innovative) e l’imprenditoria sopratutto degli under 35 o delle donne.
Tuttavia bisogna fare molta attenzione, perché fare impresa non vuol dire soltanto avere la possibilità di creare una società a responsabilità limitata semplificata (SRLs) a costi oramai accessibili a molti.
Fare impresa è ben altro! Fare impresa vuol dire avere un sogno e dargli vita. Vuol dire lavorare duramente affinché quel sogno si trasformi in realtà nonostante capiterà di commettere degli errori.
Tuttavia accade spesso che molti giovani imprenditori rimangano vittime dei loro prodotti, concentrati sulla loro ricerca, sulla loro invenzione o sulla loro offerta. Eppure quando si decide di mettersi in gioco bisogna andare oltre il prodotto, oltre le proprie necessità.
Il fine ultimo non può essere qualcosa di materiale (quello sarà il mezzo!) bensì deve essere la visione del futuro, ciò che fa guardare oltre l’orizzonte, verso una meta che ha valore per me imprenditore perché ne ha anche per qualcun altro.
Fare pianificazione strategica d’impresa vuol dire partire dalla propria vision e da lì costruire tutta la struttura aziendale. Da lì costruire il proprio sogno.
Individuata la vision allora non si può che individuare la mission (quella strategica e quelle operative), ovvero tutta la serie di step concreti che ti portano nel lungo periodo alla realizzazione del sogno.
Definire attentamente vision e mission è di vitale importanza per la sopravvivenza di un’azienda e altrettanto importante è tenerle sempre aggiornate e al passo con i mutamenti che avvengono sul mercato. La mission rappresenta la leva operativa e solitamente è legata a criteri quantitativi.
ORGANIZZARSI PER CREARE VALORE
A seconda della grandezza dell’azienda si possono individuare delle aree aziendali (Business Unit) che gestiscono in autonomia alcuni aspetti economico/organizzativi oppure più semplicemente si può mantenere una struttura nella quale diverse aree operative fanno comunque riferimento allo stesso nucleo decisionale.
Non c’è una formula vincente a priori, bensì c’è una formula più adatta ad una determinata azienda in un determinato momento. Saper cogliere questi aspetti è il compito di chi crea l’impresa e la dirige; è il compito di tanti giovani imprenditori che cercano di ritagliarsi il loro spazio in un contesto molto complesso.
Ovviamente affinché si possano compiere adeguate scelte operative, non si può prescindere dalla consapevolezza di diversi aspetti quali:
-
il settore di mercato in cui opera l’impresa
-
prodotti e applicazioni forniti dall’impresa (oltre quelli presenti già sul mercato)
-
competenze tecniche e trasversali necessarie all’azienda per raggiungere gli obiettivi
-
segmenti di mercato nel quale l’azienda si vuole inserire
-
ambito geografico nel quale si opera
È quindi scontato che oltre alle belle e buone idee sia necessaria una serie di analisi di contesto utili a valutare le opportunità che una nuova impresa può avere.
In particolare, tra tutte le informazioni che occorre raccogliere, su una è opportuno dare risalto:
il mio potenziale cliente è davvero interessato a ciò che ho da offrire?
O meglio, sto creando valore per qualcuno?
Molto spesso si è talmente presi dalle proprie idee da dimenticare che sul mercato non si lavora per se stessi. Non si potrà raggiungere un buon risultato se non si pensa di lavorare per gli altri.
Se non si pensa ai potenziali clienti; a tutte quelle persone che nella mia offerta possono individuare un plus di utilità, di piacere o di valore tale da indurle a scegliermi.
In questo senso, uno strumento utile per farsi un’idea del contesto ambientale nel quale l’azienda è inserita (o si inserirà), oltre che per la definizione di una strategia e, soprattutto, per l’individuazione delle opportunità di mercato, è sicuramente la cosiddetta
ANALISI SWOT
L’analisi SWOT si basa essenzialmente sulla rilevazione di due analisi dimensionali:
-
ambiente esterno, utile a rilevare le principali minacce e le opportunità presenti sul mercato;
-
ambiente interno, utile a individuare l’attrattività globale dell’azienda sul mercato tramite l’esplicitazione dei punti di forza e di quelli di debolezza dell’azienda stessa.
OBIETTIVI E STRATEGIE
Passo successivo allo svolgimento di un’accurata analisi SWOT, è la formulazione degli obiettivi.
In generale, quando si parla di obiettivi dell’azienda, ci si riferisce ad obiettivi di ampia portata che servono, poi, ad orientare quelli commerciali e produttivi.
Molto spesso accade però che le aziende non diano il giusto rilievo a questi obiettivi i quali, al contrario, hanno un’importanza forse superiore a quelli di carattere commerciale poiché, una volta definiti, orientano l’intera azione dell’azienda. Si tratta di obiettivi strategici, ossia obiettivi che devono orientare l’azione del management e dell’intera azienda nel lungo periodo.
E, di solito, quando si pensa al lungo periodo tantissimi imprenditori pensano a cosa vogliono fare, elaborano idee e pensano ad azioni, ma “dimenticano” di scriverle e di trasmetterle a tutti i livelli aziendali, dal primo dei manager all’ultimo degli impiegati.
Perché un sistema MBO (Management by Objectives) possa funzionare, gli obiettivi devono rispondere a 4 criteri:
-
articolati secondo una struttura gerarchica
-
espressi il più possibile in termini quantitativi
-
realistici
-
coerenti
Ma per raggiungere i miei obiettivi quale strategia si deve perseguire?
Attraverso una strategia le imprese:
-
indicano la strada da seguire per raggiungere gli obiettivi
-
presuppongono determinate azioni e l’impiego di determinate risorse
-
sono interpretabili spesso come collegamento tra l’impresa e l’ambiente esterno
Nel procedere all’attuazione della propria strategia, l’impresa deve valutare i risultati ottenuti e controllare i nuovi sviluppi, attraverso un’attività di monitoraggio costante e quanto più possibile efficiente.
Può accadere che alcuni settori competitivi rimangano piuttosto stabili negli anni, che altri presentino un’evoluzione lenta e prevedibile, altri ancora cambino repentinamente in modo imprevedibile.
In ognuno di questi casi, l’azienda deve essere in grado di rispondere prontamente adeguando le modalità di implementazione, i programmi, le strategie o persino gli obiettivi.
Se l’azienda inizia a perdere la propria posizione di mercato a causa dei cambiamenti ambientali, sarà sempre più difficile col passare del tempo, recuperare la posizione perduta.
In conclusione il processo di pianificazione strategica rappresenta un’opportunità ad uso dei giovani imprenditori che si affacciano al mercato con la propria start-up ma anche un prezioso strumento per chiunque sia a capo di un’azienda e si trovi ad affrontare la sfida del cambiamento continuo.
(articolo a cura di Gianluca Imbriani)