Dopo la delibera CIPE del 10 luglio, a breve le modalità di accesso al voucher digitalizzazione
Il Ministero dello Sviluppo Economico (Mi.SE), con decreto 23 settembre 2014, ha istituito un contributo per le PMI (micro, piccole e medie imprese) al fine di promuovere gli investimenti nella
digitalizzazione dei processi aziendali e l’ammodernamento tecnologico
Il contributo, sottoforma di voucher, copre il 50% di una spesa massima ammissibile di 10.000 euro. Pertanto, il
contributo massimo ottenibile è pari a 5.000 euro
Le spese ammissibili riguardano l’acquisto (successivo all’attribuzione del voucher) di software, hardware o servizi che consentano:
- il miglioramento dell’efficienza aziendale;
- la modernizzazione dell’organizzazione del lavoro, tale da favorire l’utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità, tra cui il telelavoro;
- lo sviluppo di soluzioni di e-commerce;
- la connettività a banda larga e ultralarga;
- il collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare;
- la formazione qualificata, nel campo ICT, del personale delle suddette piccole e medie imprese.
BENEFICIARI
Possono presentare domanda per il voucher le imprese:
- qualificate come micro, piccola o media impresa (PMI);
- avere sede legale e/o unità locale attiva sul territorio nazionale;
- essere iscritte al Registro delle imprese della Camera di commercio;
- non aver ricevuto altri contributi pubblici per le medesime spese;
- dotate di firma digitale e posta elettronica certificata (PEC).
Dal momento che il decreto identifica – quali beneficiari – le sole imprese (art. 5 co.1), ne consegue che sono
ESCLUSI i professionisti
ATTIVITA’ AMMESSE
Rientrano nelle spese ammissibili:
a) l’acquisto di hardware, software e servizi di consulenza specialistica strettamente finalizzati alla digitalizzazione dei processi aziendali
b) l’acquisto di hardware, software e servizi di consulenza specialistica strettamente finalizzati alla modernizzazione dell’organizzazione del lavoro, con particolare riferimento all’utilizzo di strumenti tecnologici e all’introduzione di forme di flessibilità del lavoro, tra cui il telelavoro
c) le spese per l’acquisto di hardware, software, inclusi software specifici per la gestione delle transazioni on-line e per i sistemi di sicurezza della connessione di rete, e servizi di consulenza specialistica strettamente finalizzati allo sviluppo di soluzioni di e-commerce
d) purché strettamente correlate agli ambiti di attività di cui alle lettere (a), (b) e (c), le spese di attivazione del servizio sostenute una tantum, con esclusivo riferimento ai costi di realizzazione delle opere infrastrutturali e tecniche, quali lavori di fornitura, posa, attestazione, collaudo dei cavi, e ai costi di dotazione e installazione degli apparati necessari alla connettività a banda larga e ultra-larga
e) purché strettamente correlate agli ambiti di attività di cui alle lettere (a), (b) e (c), le spese relative all’acquisto e all’attivazione di decoder e parabole per il collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare
f) purché strettamente correlate agli ambiti di attività precedenti, le spese per la partecipazione a corsi e per l’acquisizione di servizi di formazione qualificata nel campo ICT, del personale (iscritte al libro unico del lavoro – LUL) delle suddette piccole e medie imprese.
Per ultimo, ma certamente non meno importante, il decreto riserva una dotazione di 5 milioni di euro (art. 3 co.3) per le imprese che hanno conseguito il
Rating di Legalità
A tal proposito, il nostro studio è a disposizione per l’attribuzione del rating di legalità.
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