La definizione di Efficienza economica secondo il dizionario Treccani è la seguente:
Rapporto tra benefici e costi o, più in generale, tra il grado nel quale vengono raggiunti gli obiettivi e i mezzi utilizzati. È realizzata quando, con gli strumenti a disposizione, non si può migliorare il livello di conseguimento degli scopi desiderati.
Possiamo dunque dedurre che è efficiente una tecnica che utilizza risorse il cui prezzo è inferiore a quello delle risorse impiegate da un’altra tecnica produttiva.
In azienda la definizione precedente è valida sempre e comunque, ma spesso ci si dimentica di applicarla alla routine lavorativa giornaliera.
Un’azienda che migliora i suoi processi eliminando gli sprechi (evidenti e/o latenti) è un’azienda che riesce a governare il cambiamento e ad affrontare periodi di difficoltà con uno slancio migliore.
Parlando di sprechi, non si può che iniziare con l’elenco delle 7 tipologie di sprechi (muda) individuati dal Modello Toyota del Kaizen:
Ovviamente gli sprechi elencati portano una qualità produttiva minore, maggiori costi e tempi di lavorazione più lunghi.
In un periodo nel quale i bilanci delle aziende sono più compressi per via della mancanza di liquidità, agire sull’ottimizzazione dei costi interni potrebbe costituire la via più percorribile per riuscire a mantenere un livello di redditività che permetta di investire sull’innovazione e riuscire ad uscire da una situazione di stallo del mercato nel quale non si riesce, con la configurazione produttiva attuale, a incrementare il fatturato.
Pensiamo ad aziende che nel giro di un esercizio, grazie alla continua lotta agli sprechi sono riuscite ad aumentare gli utili di fine anno fino al 10%.
Quello dell’eliminazione degli sprechi è solo una delle fasi in cui si articola la definizione di un percorso virtuoso di cambiamento che potrebbe portare giovamento all’azienda:
Non a caso il termine valore è quello che più frequentemente ricorre in questo processo. La creazione di valore per i clienti deve essere il principio fondante dell’azienda virtuosa, che non può permettersi, in un periodo di crisi di detenere al suo interno dei processi che non abbiano quale output finale la generazione di valore.
(articolo a cura di Luca Presta)
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