Categorie: crowdfunding

Crowdfunding immobiliare: 2 modalità per iniziare a capire!

Oggi parliamo di crowdfunding immobiliare dopo aver parlato di crowdfunding per le associazioni. Chi segue questo blog avrà compreso che abbiamo tracciato un percorso interessato al finanziamento di progetti, comunità, iniziative…

La folla può avere un interesse che vada oltre ogni umana (sotto l’aspetto delle proprie economie e disponibilità) aspettativa: finanziare l’acquisto di un immobile.

Come fare? Appunto, col crowdfunding immobiliare. Operando in alternativa come finanziatori nel capitale di prestito o come finanziatori nel capitale di rischio.

Crowdfunding immobiliare: capitale di prestito

Investire nel capitale di prestito significa diventare degli obbligazionisti. Quindi lasciare il rischio d’impresa in testa ai soci ed offrire risorse monetarie contro prestazione di un tasso di interesse.

Housers, la piattaforma di crowdfunding immobiliare nata in Spagna ed arrivata in Italia, consente di fare proprio questo.

L’obiettivo di questa piattaforma di lending crowdfunding è acquistare immobili, metterli a reddito e rivenderli dopo una riqualificazione.

Operativamente è possibile

1) avviare dei “prestiti partecipativi a lungo termine (almeno 5 anni)” con l’obiettivo di acquistare un immobile con un duplice rendimento:

  • ogni mese viene erogato un interesse commisurato alla locazione
  • alla vendita dell’immobile si incassa la plusvalenza in ragione della somma investita.

2) avviare dei “prestiti partecipativi per la realizzazione di progetti immobiliari a breve termine (12-24 mesi)” al fine di ottenere il capitale prestato e, come tasso di interesse, una parte del plusvalore.

3) avere un tasso fisso a prescindere dal rendimento effettivo degli immobili acquistati. Il tasso varierà in base al periodo dell’investimento.

Crowdfunding immobiliare: capitale di rischio

Investire nel capitale di rischio significa diventare un vero e proprio socio della società e condividere il rischio di non rivedere più il patrimonio investito. E’ ciò che succede nell’equity crowdfunding oggi aperto anche alle PMI in Italia.

Si acquisiscono le quote di società che investono nell’acquisto, ristrutturazione e utilizzo di immobili per avere:

  • ogni anno un dividendo, magari dai canoni di locazione,
  • alla dismissione della partecipazione, magari dal plusvalore tra il prezzo venduto ed il prezzo di acquisto oltre gli oneri di ristrutturazione

Nel crowdfunding immobiliare sono sbarcate sia le piattaforme di equity crowdfunding “generaliste”, che accolgono ogni genere di iniziativa; sia le piattaforme “specializzate”, nate per realizzare specificatamente iniziative di crowdfunding immobiliare (esempio walliance).

Per registrare autentici successi, in entrambe le modalità, sarà necessario un cambio di mentalità degli investitori, probabilmente di un vero e proprio paradigma dell’investimento dei propri risparmi…. Cosa che in Italia è ancora agli albori!

 

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