Amazon fa anche consulenza fiscale: naturale!

Amazon propone anche il servizio di consulenza fiscale ai propri venditori (dealers). Nulla di che sorprendersi!

 

Ora, anche la multinazionale del commercio elettronico Amazon lancia il servizio di predisposizione ed invio dei dichiarativi fiscali relativi all’attività di commercio elettronico (e-commerce).

 

In questo, non colgo la minaccia alla sopravvivenza della professione del dottore commercialista se prima non faccio memoria di due aspetti estremamente chiari:

  1. oltre ai fiscalisti (o tributaristi) “non regolamentati” poiché non iscritti all’Albo dei commercialisti, oggi possono inviare i dichiarativi fiscali anche gli agronomi, i geometri, gli avvocati, eccetera. Perciò, che lo facesse anche Amazon non può sorprendere oltremodo;
  2. la strategia dell’amministrazione finanziaria è centrata sul controllo preventivo (o in itinere) perciò il dichiarativo diventa la sintesi di informazioni già acquisite dal cervellone dell’Agenzia delle Entrate. In questo senso viaggiano le semplificazioni (sperate!) introdotte con la fatturazione elettronica, le comunicazioni delle spese in deduzione/detrazione fiscale, i pagamenti tracciati, le liquidazioni periodiche, le certificazioni uniche CU (ex CUD), eccetera. Perciò, deve essere ben chiaro che la naturale conseguenza di una gestione telematizzata della propria attività si conclude, naturalmente, con la compilazione automatica dei dichiarativi fiscali. Nulla di più logico!

 

Tornando, alla novità proposta da Amazon, è pur vero che sul sito si legge che il servizio di consulenza fiscale (clicca) vale solo per “… transazioni eseguite attraverso il canale Amazon.”

Perciò, salvo che il venditore (dealer) fa solo vendita e-commerce, la soluzione fiscale proposta da Amazon la vedo impraticabile per le imprese che fanno anche e-commerce.

E la ragione è semplice: i dichiarativi fiscali sono unici e non possono essere sdoppiati tra attività di commercio tradizionale e attività di commercio elettronico.

In pratica, ci devono essere:  comunicazioni periodiche IVA integrali, una sola dichiarazione IVA, un solo spesometro ed una sola dichiarazione dei redditi.

 

Dunque, il servizio di consulenza fiscale offerto da Amazon è utilizzabile solo da coloro che fanno commercio online senza alcuna altra attività commerciale o produttiva.

A questo, punto, se consideriamo che:

  1. circa 1/3 del fatturato e-commerce in Italia (pari a 30 mld di euro) deriva dal settore turismo;
  2. le attività commerciali “only e-commerce” possono essere nell’ordine di qualche decina di miglia delle quali una parte significativa con i requisiti del regime forfetario (Legge nr. 190/14);
  3. pertanto, una parte significativa di venditori e-commerce possono essere esonerati da molti adempimenti fiscali.

Perciò, trovo naturale l’offerta del servizio Amazon fruibile solo da quei (in numero limitato!) venditori e-commerce che non svolgono altra attività e/o che sono in regime fiscale agevolato.

 

Tornando al ruolo del dottore commercialista, è oramai inequivocabile come tale figura professionale debba necessariamente proporre servizi di consulenza trasversali e ad elevato valore aggiunto in quanto “non meccanizzabili” attraverso sistemi informatici e web solution.

Il dottore commercialista, dunque, deve evolversi nella specialità dei servizi nonché creare network tra le professioni trasversali che gravitano intorno all’impresa.

In quest’ottica, il nostro Studio è giunto a fornire ai Clienti un rivoluzionario servizio di consulenza aziendale in ambito:

  • fiscale

  • strategico

  • organizzativo

  • tecnico

  • web integrato

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