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Deducibilità delle quote di ammortamento del valore dell’avviamento

Deducibilità delle quote di ammortamento del valore dell’avviamento e di altri beni immateriali

Per il 2019, c’è la possibilità di dedurre le quote di ammortamento del valore dell’avviamento e delle altre attività immateriali, che hanno dato luogo all’iscrizione di attività per imposte anticipate, DTA, in materia di conversione in credito d’imposta, che non sono state ancora dedotte fino al periodo d’imposta 2017.

La deducibilità dei suddetti componenti si articola dal 2019 al 2029, con percentuali individuate puntualmente dalle norme in esame in deroga alla disciplina generale.

Per il 2018 non viene concessa alcuna deducibilità.

Si ricorda che le divergenze tra la normativa civilistica in materia di redazione del bilancio e la normativa fiscale per la determinazione della base imponibile possono fare emergere una differenza tra il risultato economico e il reddito imponibile in un determinato esercizio.

Tale differenza è temporanea quando è destinata ad annullarsi negli esercizi successivi. Nel caso in cui alla differenza temporanea consegua il pagamento anticipato di un’imposta rispetto all’esercizio di competenza, nel conto economico e nello stato patrimoniale vengono registrate delle poste di “rettifica” che hanno lo scopo di riconciliare l’imposta dovuta a fini fiscali con quella di competenza.

Le attività per imposte anticipate rappresentano la voce contabile che, nello stato patrimoniale del bilancio, compensa la voce dei debiti tributari per la quota di competenza di esercizi futuri.

Si possono trasformare in credito d’imposta le DTA, se nel bilancio individuale sia rilevata una perdita d’esercizio ai fini dell’IRES, ovvero qualora emerga un valore della produzione netta negativo ai fini dell’IRAP.

Con riferimento all’ammortamento dei beni immateriali, il Testo Unico delle Imposte sui Redditi, chiarisce che le quote di ammortamento del costo dei diritti di utilizzazione di opere dell’ingegno, dei brevetti industriali, dei processi, delle formule e delle informazioni relativi ad esperienze acquisite in campo industriale, commerciale o scientifico sono deducibili in misura corrispondente alla durata di utilizzazione prevista dal contratto o dalla legge , per un ammontare non superiore al 50% del costo; quelle relative al costo dei marchi d’impresa sono deducibili in misura non superiore a un diciottesimo del costo.

Le quote di ammortamento del costo dei diritti di concessione e degli altri diritti iscritti nell’attivo del bilancio sono deducibili in misura corrispondente alla durata di utilizzazione prevista dal contratto o dalla legge. Per quanto riguarda le quote di ammortamento del valore di avviamento iscritto nell’attivo del bilancio, esse sono deducibili in misura non superiore a un diciottesimo del valore stesso.

La rimodulazione è riferita alle quote non ancora dedotte nel periodo d’imposta in corso fino al 31 dicembre 2017 e prevede che sono deducibili :

  • 5% del loro ammontare complessivo nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019
  • 3% nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020
  • 10% nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021
  • 12% nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022 e fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2027
  • 5% nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2028 e fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2029

Nell’ultimo periodo del comma si chiarisce che restano ferme le quote di ammortamento precedenti, ove di minore ammontare rispetto a quelle rideterminate in base al predetto rinvio/rimodulazione. La differenza di ammontare tra le quote precedenti e quelle rideterminate è resa deducibile nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2029.

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