Strategia & Controllo

Business Plan: le Fasi per la sua costruzione

Occorre premettere come l’elaborazione di un business plan si concretizza in un lungo ed articolato processo difficilmente standardizzabile.

Possono essere molteplici i motivi alla base della predisposizione di un business plan. Sicuramente l’avvio di un progetto imprenditoriale comporta inevitabilmente la costruzione di uno scenario previsionale. Ma non è questa l’unica circostanza in qui tale operazione possa rendersi necessaria. Qualsiasi realtà imprenditoriale che intende perseguire un determinato progetto strategico deve inevitabilmente procedere all’elaborazione di un piano economico-finanziario che possa scrivere e verificare la validità della propria scelta.

Il business plan è quel documento in cui vengono sintetizzate tutte le componenti di un determinato progetto imprenditoriale, sia in fase di start-up, che nelle fasi di sviluppo e consolidamento di un’impresa già presente sul mercato. Esso è composto da una serie di documenti qualitativi e quantitativi, che devono effettivamente riflettere l’idea imprenditoriale o la strategia d’impresa e rappresenta un moderno strumento di simulazione della dinamica aziendale nel breve-medio-lungo periodo. In esso vengono sintetizzate tutte le idee, i programmi e le iniziative che caratterizzano un progetto imprenditoriale o una determinata strategia.

 

Le finalità di un Business Plan

  • Pianificare e valutare le strategie d’impresa o un determinato progetto imprenditoriale;
  • Misurare e valutare le prestazioni e l’andamento della gestione aziendale nel corso di un arco temporale prospettico definito;
  • Individuare eventuali aree di rischio della gestione e dare la possibilità al management aziendale di intervenire per tempo;
  • Migliorare la comunicazione tra l’azienda ed i soggetti esterni, primi fra tutti istituti di credito ed altri enti finanziari.

 

Le caratteristiche che un Business Plan deve avere sono:

  • Chiarezza: tale requisito va inteso come semplicità di lettura e comprensibilità. Un buon business plan non è quello costruito in maniera troppo articolata, ma quello dove tutte le informazioni necessarie vengono illustrate con estrema semplicità;
  • Completezza: questo principio va inteso in due direzioni. Completezza dell’ambito di riferimento del documento (completezza sostanziale) e completezza dei contenuti documentali (completezza formale);
  • Affidabilità: tale documento è affidabile se e soltanto sono affidabili i procedimenti attraverso i quali avviene la formulazione delle ipotesi previsionali e la derivazione delle conclusioni;
  • Attendibilità: un business plan è attendibile quando il suo contenuto complessivo ed i suoi singoli elementi costitutivi risultano compatibili, coerenti e ragionevoli;
  • Neutralità: il business plan deve essere steso con criteri oggettivi e quindi non deve essere influenzato da obiettivi non dichiarati che il redattore o l’imprenditore voglia perseguire;
  • Trasparenza: nel business plan la trasparenza significa che deve essere possibile percorrere a ritroso ogni elaborazione del piano, dal risultato di sintesi al singolo elemento di analisi, inoltre ciascun dato elementare deve essere identificabile alla fonte.

Tale documento, deve essere altamente flessibile, nel senso di facilmente adattabile alle diverse finalità. Inoltre è importante come lo stesso documento debba essere costantemente aggiornato al variare o al modificarsi di una determinata ipotesi comportamentale contemplata dal piano stesso.

 

Problematiche nella redazione del Business Plan

Occorre tenere presente come in sede di predisposizione di un piano economico-patrimoniale-finanziario, l’imprenditore o il management aziendale, può andare molto spesso incontro a tutta una serie di difficoltà ed ostacoli di varia natura. Tra le problematiche di maggiore rilevanza quelle che richiedono un’estrema analisi sono rappresentate dalla scelta dell’orizzonte prospettico da utilizzare e dalla qualifica delle variabili comportamentali dell’azienda.

Per quanto riguarda la prima problematica va detto che non esiste una regola generale a cui attenersi per nella scelta dell’orizzonte temporale da considerare in sede d’impostazione di un business plan. In realtà la scelta del periodo previsionale dovrà essere opportunamente valutata tenendo conto di quelle che sono le reali finali che il piano viene a prefiggersi. In particolare, nella circostanza in cui l’obiettivo del piano sia quello di verificare ed analizzare gli impatti di una determinata scelta strategica aziendale.

Una seconda problematica di fondamentale importanza è quella correlata all’individuazione ed alla successiva quantificazione delle variabili comportamentali. Questa fase risulta essere la più importante e delicata, dal momento che un errore in tale contesto potrebbe compromettere la costruzione degli scenari prospettici. Bisogna tenere presente come la stima delle variabili previsionali non consiste in una semplice imputazione di dati, i valori che andranno attribuiti a ciascuna di esse scaturisce da tutta una serie di ragionamenti ed analisi collaterali, che devono essere condotte attentamente e accuratamente dal redattore del bilancio.

 

Le FASI più salienti che possono caratterizzare la procedura richiesta per l’elaborazione di un business plan possono riguardare i  seguenti aspetti:

  1. Analisi qualitativa dell’azienda
  2. Riclassificazione dei valori di bilancio
  3. Analisi storica dei risultati aziendali
  4. Analisi del mercato e dei competitors
  5. Scelta delle variabili previsionali

In questo articolo si affrontano i primi 4 punti, mentre per le scelte delle variabili previsionali sarà dedicato un altro articolo.

 

ANALISI QUALITATIVA DELL’AZIENDA

In sede di predisposizione di un piano economico-finanziario non si può prescindere dall’effettuare un’analisi a livello qualitativo dell’azienda o del progetto imprenditoriale. In particolare, tale analisi deve rappresentare il primo passo per l’elaborazione di un buon business plan, a prescindere dalle finalità e dagli obiettivi che il piano viene a prefiggersi.

E’ sbagliato, quindi, focalizzare l’attenzione solo su un’analisi storica di tipo quantitativo. O addirittura procedere subito con la stima ed individuazione delle variabili comportamentali senza aver un’approfondita conoscenza delle caratteristiche e peculiarità dell’azienda e del settore in cui la stessa intenderà operare.

L’analisi qualitativa viene svolta attraverso ripetuti colloqui ed incontri con l’imprenditore o il management aziendale e permette al redattore del piano di avere una conoscenza maggiormente approfondita su tutta una serie di aspetti inerenti l’azienda, quali:

  • Storia dell’azienda
  • Struttura societaria
  • Struttura organizzativa
  • Struttura commerciale
  • Attività e tipologia di prodotti venduti
  • Analisi degli impianti e macchinari in essere
  • Eventuali elementi caratteristici dell’attività (stagionalità, ciclicità, ecc.)
  • Rapporti con i soggetti terzi (istituti di credito, clienti, fornitori, fisco, ecc.)

Attraverso l’analisi di tutti questi elementi, il redattore del piano sarà in grado di conoscere tutta una serie di informazioni e notizie a lui sconosciute.

 

RICLASSIFICAZIONE DEI VALORI DI BILANCIO

La riclassificazione dei valori di bilancio rappresenta una fase estremamente laboriosa, ma allo stesso tempo molto importante e delicata. L’obiettivo principale di un processo di riclassificazione è quello di rielaborare i valori esposti nel bilancio d’esercizio in modo coerente ed omogeneo secondo determinati schemi di Conto Economico e Stato Patrimoniale.

Attraverso tale rielaborazione sarà possibile ottenere delle informazioni aggiuntive e maggiormente significative circa lo stato di salute dell’azienda, mediante l’individuazione di determinati indici e aggregati sia di natura economica che patrimoniale-finanziaria.

Il compito fondamentale che deve avere l’analista di bilancio o il redattore di un business plan è quello di individuare le caratteristiche e peculiarità dei singoli componenti di reddito delle poste patrimoniali, al fine di attribuirvi le dovute caratteristiche ed inserirli correttamente nello schema di riclassificazione prescelto.

Occorre tenere presente come in dottrina esistono molteplici schemi per la riclassificazione dei valori di bilancio sia per quanto riguarda il Conto Economico che lo Stato Patrimoniale, ciascuno dei quali con pregi e difetti. Non esiste uno schema di riclassificazione preferibile ad altri, ma l’utilizzo di uno rispetto ad un altro altro può essere dettato da ben specifiche motivazioni (finalità dell’analisi, tipologia di attività svolta, o altro ancora).

 

ANALISI STORICA DEI RISULTATI AZIENDALI

Dopo aver completato la riclassificazione dei valori di bilancio si potrà passare alla fase relativa all’analisi storica dei dati rielaborati. Per una maggiore interpretazione dei valori di bilancio riclassificati, sarebbe opportuno elaborare e prendere in considerazione anche schemi di riclassificazione in forma percentualizzata, soprattutto per quanto concerne l’aspetto economico.

Con questo modo, sarà possibile verificare l’incidenza di ciascuna tipologia e dei margini operativi sul fatturato. Occorre sottolineare come i valori percentualizzati siano maggiormente significativi rispetto a quelli assoluti, bisogna quantificare l’incidenza che i margini hanno sul fatturato per essere nella condizione di esprimere un giudizio in merito allo stato di salute aziendale.

Anche l’analisi dei margini operativi, come detto espressi in termini percentuali sul fatturato, e l’andamento di alcune tipologie di costi possono fornire indicazioni significative sul trend di sviluppo della realtà aziendale nel corso degli anni.

 

ANALISI DEL MERCATO E DEI COMPETITORS

L’analisi del mercato e della concorrenza si pone come specifico obiettivo quello di fornire all’imprenditore, al management aziendale ed al redattore del business plan tutte le informazioni di natura strategico-operativa sull’andamento del settore o nicchia di settore in cui l’impresa si trova ad operare e sui diretti concorrenti della stessa.

Soltanto attraverso la conoscenza di tali informazioni, infatti, sarà possibile intraprendere le opportune scelte strategiche aziendali ed impostare correttamente un piano economico-finanziario di breve o medio-lungo periodo.

 

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