La trasformazione digitale, il cambiamento degli equilibri mondiali e il cambiamento dei bisogni di una società sempre più complessa, chiedono uno sforzo ai paesi europei superiore a quello della sola competitività dei prodotti e servizi. Per questo sono stati messi a punto strumenti per finanziamenti start up ad hoc.
La Strategia Europea 2020 ha fissato specifiche priorità ed ha individuato – come si legge testualmente nel documento della commissione Europea – alcune “iniziative strategiche per consentire di uscire più forti dalla crisi e trasformare l’unione europea in una economia intelligente sostenibile ed inclusiva, caratterizzata da altri livelli di occupazione, produttività e coesione sociale“.
L’Italia, tra fondi comunitari e nazionali, ha messo in campo fondi e risorse per oltre 100 miliardi di euro.
Le risorse più significative sono state assegnate:
Come da raccomandazioni della Commissione UE, uno stesso progetto può essere finanziato da più fondi, oppure più fondi possono finanziare più progetti consecutivi, ovvero progetti che si basano sui risultati ottenuti nell’ambito di progetti precedenti oppure ancora, progetti paralleli che si integrano cioè a vicenda.
I fondi finanziati comunitari sono gestiti direttamente dall’Unione Europea e stanziati in virtù di obbiettivi prefissati e di aree tematiche specifiche.
Tra i programmi tematici più importanti, a grandi linee, ricordiamo i seguenti:
L’Italia, all’interno dell’operazione Europa 2020, ha messo in campo:
La programmazione regionale relativa al progetto Europa 2020 è attuata attraverso:
I POR sono sviluppati dalle singole amministrazioni regionali, dopo un analisi del proprio contesto regionale verso Europa 2020 e la definizione delle modalità attraverso le quali sostenere le proprie priorità di investimento per la crescita.
Quindi, i POR assumono un ruolo davvero di rilievo nella realizzazione della Strategia Europea 2020.
Il FESR concerta gli investimenti sulle seguenti aree tematiche:
Nelle regioni in transizione la concentrazione su due priorità dovrà essere del 60% dei fondi e del 15% per le promozioni di economie a base emissioni di carbonio.
Le regioni meno sviluppate, invece, dovranno concentrare almeno il 50% su due priorità ed il 12% per proporzione di economie a basse emissioni di carbonio.
Ai finanziamenti nominati in precedenza, inoltre, si aggiunga anche l’opportunità per le start up di partecipare alle Call ed ai bandi regionali pubblicati periodicamente.
Tali bandi , spesso , offrono ai vincitori dei finanziamenti composti da una parte a fondo perduto ed una parte a tasso agevolato.
Ed infine, altrettanto interessanti sono i fondi messi a disposizione da programmi come:
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