Ho intenzione di vendere le colazioni del mio bar con formula abbonamento. Cioè, il cliente paga una scheda settimanale ed ha il diritto a dodici colazioni (caffè + brioche). Come mi devono comportare in caso di controlli?
Gli esercizi pubblici svolgono essenzialmente attività di servizi (art. 3 comma 2 punto 4 DPR nr. 633/72) a cui trova applicazione il successivo art. 6. In particolare, il comma 3 lettera a) dispone che “le prestazioni di servizi si considerano effettuate all’atto del pagamento del corrispettivo.” Perciò, al momento dell’incasso del prezzo dell’abbonamento si emette regolare scontrino fiscale i cui numero e data suggerirei di riportare sulla tessera dell’abbonamento per semplificare i futuri riscontri.
Il problema potrebbe sorgere in caso di verifica fiscale circa l’emissione dello scontrino a seguito della consumazione. Per evitare probabili contestazioni, si consiglia comunque di emettere lo scontrino “non riscosso”: in tal modo la vendita non influisce sulla liquidazione periodica IVA. Tanto meno sarà necessario emettere il relativo scontrino fiscale poiché già emesso in precedenza.
In caso di ispezione è sufficiente esibire ai verificatori tanto la tessera su cui è riportato il numero dello scontrino fiscale comprovante il pagamento quanto lo scontrino “non riscosso” della consumazione del giorno.
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