Rottamazione delle cartelle non per tutti

Con la pubblicazione in G.U. nr. 249 del 24.10.2016 entra in vigore il D.L. nr. 139 del 22.10.2016 rubricato “Disposizioni urgenti in materia fiscale …“.

La novità tanto attesa è la cosiddetta “rottamazione delle cartelle” che prevede la definzione agevolata dei ruoli in carico all’Equitalia Spa (partecipata da Agenzia delle Entrate e INPS). Argomento già affrontato nel precedente articolo.

Il vantaggio della rottamazione delle cartelle consiste nella cancellazione delle sanzioni e degli interessi di mora con una falcidia del debito stimata nel 35%. Non si tratta di un condono anche perché le imposte e le tasse sono dovute per intero.

A seguito di semplice domanda da presentare entro il prossimo 22 gennaio 2017, il contribuente può scegliere se pagare il dovuto (scontato) in unica soluzione ovvero in 4 rate trimestrali (cioè, entro un anno).

Saltare o ritardare una rata – senza possibilità di ravvedimetno – costa la decadenza dalla sanatoria con ripristino delle sanzioni e degli interessi cancellati.

 

Sebbene potrebbe apparire allettante, in realtà lo è molto meno. Perchè?

I contribuenti che hanno un debito verso Equitalia sono circa 20 milioni.

Di questi, il 53% ha un debito inferiore ai 1.000 euro: si tratta anche di debiti per multe, per imposte comunali, ecc..

Non certo imposte da attività imprenditoriale o professionale che, solitamente, superano tale soglia.

 

A questo punto, ipotizziamo un imprenditore con un debito di 30.000 euro derivante da imposte liquidate nella dichiarazione dei redditi e che non riesce a pagare.

Certo, non può essere così sadico da vederselo aumentato del 50% in Equitalia, per cui si può anche pensare che non abbia le risorse finanziarie per pagarlo.

Dunque, se aderisce alla sanatoria, entro un anno deve pagare 20.000 euro in unica soluzione (improbabile!) ovvero 4 rate trimestrali da 5.000 euro ciascuna. Certo, non poco considerato che l’economia è ancora genuflessa.

Ora, all’imprenditore resta un’alternativa: vendere qualche bene oppure ricorrere ad un prestito bancario (es. a 36 mesi) tanto il tasso applicato comunque giustifica lo sconto del 35% sulle cartelle esattoriali.

Tra l’altro, non si può rischiare la decadenza per un semplice ritardo. Bisogna comunque sperare che la banca sia disponibile (e a quali condizioni) a concedere il prestito.

A questo punto, c’è da chiedersi perché prevedere 4 rate trimestrali e non invece proporzionare le rate in base al debito in maniera da consentire a tutti di usufruire della sanatoria con una rata compatibile con le attuali capacità di reddito? Resta da capire!

 

In conclusione, la tanto acclamata #rottamazione_cartelle si espone già a critica:

  • per coloro (53% degli indebitati) che hanno un debito sotto i 1.000 euro, probabilmente fatto di sanzioni stradali e debiti comunali, si prospetta un vantaggio contenuto di molto inferiore al 35%;
  • ai contribuenti “partita IVA” costa caro aderire poiché, non avendo risorse finanziarie disponibli, devono ricorrere allo smobilizzo patrimoniale ovvero ad un prestito bancario per poter rispettare l’adesione alla rottamazione e pagare tutto entro massimo un anno.

 

Vedremo cosa succederà!

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